L’autore del mese

目取真俊 Medoruma Shun

Tra i più innovativi scrittori okinawani contemporanei, Medoruma Shun è noto al pubblico giapponese ed internazionale per racconti e romanzi che descrivono gli effetti della seconda guerra mondiale e dell’occupazione statunitense sulla vita degli abitanti della sua terra natale, la prefettura più meridionale del Giappone. Medoruma declina queste tematiche in uno stile che unisce descrizioni vivide e sensoriali a suggestioni surreali o fantastiche, ma sempre mantenendo uno stretto legame con la realtà storica, come attesta anche il costante impegno dell’autore nelle battaglie contro il revisionismo storico e la militarizzazione della prefettura.

Nato nel 1960 a Nakijin, nel nord-ovest dell’isola di Okinawa, già nei primi anni ’80 Medoruma comincia a farsi notare nei circoli letterali con racconti come 「魚群記」 Gyogunki (“Cronache di un banco di pesci”, Ryūkyū Shimpō 1983), che gli vale il premio della testata giornalistica locale Ryūkyū Shimpō, ma è solo nel 1997 che raggiunge la fama a livello nazionale vincendo il prestigioso premio Akutagawa per 「水滴」Suiteki (Gocce d’acqua, or. Bungeishunjū 1997).

Il successivo 「魂込め」Mabuigumi (Mabuigumi – Il ritrovamento dell’anima perduta, or. Asahi Shimbunsha 1998) gli è valso nel 2000 i premi dedicati a Kawabata Yasunari e Kiyama Shōhei, mentre la sceneggiatura di 「風音 The Crying Wind」Fūon – The Crying Wind, lungometraggio tratto dall’omonimo Fūon (Il mormorio del vento, or. Okinawa Times 1986), un’opera più volte rielaborata dall’autore in forma di racconto e romanzo, ha conquistato l’Innovation Prize al Montreal Film Festival del 2004.

La vittoria del premio Akutagawa permette a Medoruma di raggiungere un pubblico molto più ampio tramite ristampe e nuove pubblicazioni a cura di case editrici di rilevanza nazionale come Asahi Shimbunsha e Kage Shobō, affermandolo come uno degli autori okinawani più influenti nel panorama nazionale e attirando l’attenzione del pubblico internazionale. Infatti, malgrado le opere di Medoruma siano fortemente radicate nel contesto okinawano e presentino spesso una mescolanza di forme del dialetto locale con la lingua giapponese – aspetti che senza dubbio ne ostacolano la diffusione al di fuori della prefettura – nell’ultimo ventennio si sono susseguite le edizioni straniere.

Tra le numerosissime traduzioni in inglese (perlopiù in antologia) va citato In the Woods of Memory (trad. Takuma Sminkey, Stone Bridge Press 2017), il primo romanzo di un autore okinawano pubblicato come volume singolo negli USA. Si tratta della traduzione di 「目の奥の森」Me no oku no mori (“La foresta in fondo agli occhi”, Kage Shobō 2009), un romanzo corale incentrato sulle ramificazioni di una violenza su una comunità di villaggio. Tra le altre lingue europee figurano traduzioni in francese, come dimostrano le due recenti edizioni delle raccolte contenenti Mabuigumi e Fūon ad opera di Éditions Zulma, e finalmente anche in italiano, con Gocce d’acqua e altri racconti (trad. Giuseppe Pappalardo, Atmosphere Libri 2021), la prima raccolta di opere dell’autore edita in Italia.

A dispetto della notorietà, Medoruma conduce una vita riservata lontano dai circoli letterari, si fa chiamare unicamente con il suo pseudonimo letterario, compare solo raramente in fotografia, spesso in occhiali da sole, e rilascia poche interviste: è singolare in questo senso che la prima lunga video-intervista concessa all’emittente pubblica NHK sia solo dell’agosto 2021. Anche qualora l’autore sveli dettagli della propria vita privata, ciò è determinato dalla precisa scelta di condividere le esperienze personali e familiari che orientano la sua opera letteraria e il suo attivismo sociale, come risulta evidente dal suo saggio 『沖縄「戦後」ゼロ年』Okinawa ‘sengo’ zero-nen (“L’anno zero del dopoguerra a Okinawa”, Nippon Hōsō Shuppan Kyōkai 2005).

L’autore è stato paragonato a intellettuali come Ōe Kenzaburō e Nakagami Kenji per l’abilità con cui coniuga la sua carriera letteraria con l’attivismo politico e la critica sociale, portati avanti in una varietà di media tra cui saggi, articoli di giornale e il suo blog personale. Nelle vesti di “intellettuale pubblico”, Medoruma indaga la realtà okinawana contemporanea senza fare prigionieri, con uno sguardo che parte dal basso – dai bambini, dai reietti, dalle vittime – per esplorare i conflitti e il disagio socio-economico della prefettura più povera del Giappone, nonché quella con la più massiccia presenza di basi militari americane, circa il settanta per cento dell’intero stato.

È proprio questo uno dei temi centrali dell’opera (di fiction e non) dell’autore, e che contraddistingue per esempio il breve e scandaloso 「希望」Kibō (“Speranza”, Asahi Shimbun 1999), racconto in cui un anonimo personaggio okinawano rapisce e uccide il bambino di un soldato americano in segno di protesta per le basi militari, prima di autoimmolarsi dandosi fuoco. In questa opera, come nel più recente romanzo 「虹の鳥」Niji no tori (“L’uccello arcobaleno”, Kage Shobō 2006), Medoruma grida la disperazione della sua terra natale, sacrificata dal Giappone prima al secondo conflitto mondiale e poi all’occupazione statunitense, riflettendo sulle dinamiche di violenza che caratterizzano la quotidianità di un’occupazione militare mai veramente conclusa e sull’impossibilità delle proteste pacifiche degli okinawani di ottenere risultati tangibili.

Ma ad aver portato questo autore alla ribalta è senz’altro la narrativa incentrata sui ricordi traumatici bellici, la quale rappresenta circa un terzo della sua intera produzione letteraria. Attingendo alle esperienze dei familiari e a un’intima conoscenza dei luoghi della battaglia di Okinawa, il sanguinoso scontro che nel 1945 ha decimato gli abitanti della prefettura, Medoruma sonda l’interiorità dei sopravvissuti dando vita a personaggi che restituiscono profondità al modello semplicistico dell’okinawano come vittima innocente del conflitto. Infatti in queste opere – prime fra tutte SuitekiMabuigumi e Fūon, raccolte in Gocce d’acqua e altri racconti – l’autore dà voce a ricordi taciuti per dolore o vergogna, fornendo al lettore un ritratto complesso e contradditorio di personaggi al contempo fragili e prevaricatori. A un’indagine psicologica realistica si accompagna una prosa suggestiva, che sovente ricorre anche ad elementi della tradizione culturale e religiosa (accostati dalla critica al reale meraviglioso di Gabriel García Márquez) per innescare il ritorno dei ricordi alla mente dei personaggi.

Il merito di Medoruma Shun non va tuttavia ricercato soltanto nella sapiente rappresentazione di un passato scomodo che rischia l’oblio, che di per sé basterebbe a distinguerlo dagli altri narratori okinawani del conflitto: Medoruma affronta apertamente le ombre del passato mostrando come queste si allunghino sul presente e sfidando il lettore ad aprire altre vie per il futuro.

***

Bibliografia scelta delle opere tradotte

Critica e approfondimenti

  • Davinder L. Bhowmik, “Fractious Memories in Medoruma Shun’s Tales of War”, in The Asia-Pacific Journal | Japan Focus 10, 38, n. 3 2012 [disponibile su https://apjjf.org/2012/10/38/Davinder-Bhowmik/3830/article.html]
  • Kyle Ikeda, “Geographically-Proximate Postmemory: Sites of War and the Enabling of Vicarious Narration in Medoruma Shun’s Fiction”, in International Journal of Okinawan Studies 3, n. 2, 2012, 37-60 [disponibile su http://ir.lib.u-ryukyu.ac.jp/bitstream/20.500.12000/34185/1/Vol3No2p37.pdf]
  • Michael Molasky, “Medoruma Shun. The Writer as Public Intellectual in Okinawa Today”, in Laura Hein e Mark Selden (a cura di), Islands of Discontent. Okinawan Responses to Japanese and American Power, Rowman & Littlefield, Lanham (MD) 2003, 161-91.

Sitografia in giapponese

(A cura di Sofia Spangaro)

Per accedere all’archivio “Le autrici e gli autori del mese” clicca qui

Website Powered by WordPress.com.

Up ↑

%d bloggers like this: