1. Racconti fantastici di Su Tong

Il testo scelto per il primo incontro – il 18 marzo 2019 – è Racconti fantastici (trad. di Rosa Lombardi, Elliot 2017), di Su Tong 苏童 che è stato ospite della XII edizione del festival letterario Incroci di Civiltà e del Chinese Writers’ Residency Program organizzato dal DSAAM in collaborazione con l’Istituto Confucio di Venezia nel mese di aprile 2019.
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La recensione vincitrice 

L’attesa: tra realtà e allucinazione  
Sofia Valentini

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Racconti fantastici potrebbe essere definita come opera in bilico: un’opera che si sviluppa in luoghi concreti ma indefiniti, che è in sospeso tra realtà e allucinazione.
La realtà è quella dei villaggi sperduti e remoti della Cina rurale; la realtà della sofferenza, della crudeltà, dell’indifferenza e dell’ingiustizia che regnano incontrastate e che dominano la narrazione; che fanno da sfondo soffuso e da cornice concretissima alle vicende degli uomini, al naufragare dei loro destini e al delinearsi di un destino comune – quello di un’esistenza a un tempo ordinaria e straordinaria, comunque tragica e misera – e al delinearsi di un sentimento comune – a un tempo compassionevole e patetico, inesorabile, quasi inumano e glorioso – quello della rassegnata accettazione dell’inevitabile, da intendersi come concatenarsi di drammi, sofferenze e deliri che danno forma alla vita degli uomini.
L’allucinazione è quella dei personaggi, della narrazione e forse ancor più quella dei lettori: l’allucinazione di trovarsi smarriti in tempi incerti, in luoghi dimenticati; di viaggiare al di là del mondo e al di là della Storia, in un mondo che potrebbe dirsi in bilico tra realtà e fantasia, tra quotidiano e soprannaturale, che sembra più probabilmente un luogo a parte, dimenticato, semplicemente troppo crudele.
   Racconti fantastici è una raccolta che si compone di otto racconti scritti dall’autore cinese Su Tong – più famoso in Occidente per alcuni suoi romanzi, comparsi anche in traduzione italiana – si pensi a Mogli e Concubine, Cipria, La casa dell’oppio, Vite di donne.
I racconti riportati in questa antologia sono stati pubblicati in Cina nel decennio compreso tra 1989 e 1999 in diverse riviste e raccolte, e solo ora selezionati e incorporati a formare una raccolta unica per opera della professoressa Rosa Lombardi, traduttrice e curatrice di Racconti Fantastici.
Ogni racconto rappresenta una storia a sé, con paesaggi, colori, figure e simboli propri. Troviamo personaggi ordinari in situazioni straordinarie e allucinatorie – come nel caso dello studioso in Il compimento del rito o del ragazzo in Carte ritagliate; o personaggi e eventi straordinari che appaino o violano situazioni di vita ordinaria, per quanto anomala o tragica – come nel caso dello spirito farfalla in Farfalle e weiqi, dello spirito del fiume nel racconto omonimo, o della ragazza morta in Yingtao, Ciliegia.
Eppure, tutti i racconti sembrano tra loro legati da un qualcosa, che non può essere (e non è, io credo) un intento dell’autore, né un impegno, un messaggio o una volontà dello stesso, quanto piuttosto una sensazione che accompagna il lettore; un filo sottile di disagio, meraviglia e incredulità; una percezione costante: quella dell’attesa.
L’attesa dell’inevitabile ma anche dell’inatteso; l’attesa di una risposta che non si può trovare se non nell’attesa stessa; l’attesa di una rivelazione, di un’apparizione, del manifestarsi del soprannaturale e poi di una via che ci riporti alla realtà, che ci dia consolazione; l’attesa di trovare un filo conduttore, di individuare quale sia il confine tra realtà e sogno, tra reale e sovrannaturale, di capire quando e in che modo si è varcato tale confine (o se mai si sia varcato. Se tale confine esiste).
Ma la narrazione è in quel confine e in quell’attesa. La realtà e la fantasia esistono allo stesso tempo, si alternano e sovrappongono nella suggestione di chi legge. Non c’è un momento o una parola magica che faccia varcare quel confine, non sono l’angelo, lo spirito farfalla o lo spirito del fiume a farci smarrire tra umano e sovraumano. Sono le reazioni e i comportamenti degli uomini, le immagini, i paesaggi e i colori: sono gli stormi di uccelli e l’odore di stagno, la nebbia sottile, il colore bianco, la gallina morta e il fiore di loto, la presenza a volte timida a volte indiscreta – ma sempre costante – della precarietà e della morte.

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